Nella piccola cittadina di Uldecona, a metà strada tra Barcellona e Valencia, vi è un ulivo conosciuto con il nome di “Farga de l’Arión”, la cui età è stata misurata con il metodo più attuale sulla datazione degli ulivi. Un metodo che ha restituito un risultato incredibile, ben 1.705 anni sono passati da quando fu piantato dall’imperatore Costantino I nel 314 dC. Uldecona si trova all’interno di un territorio conosciuto come “Taula del Senia”, un territorio costituito da 27 piccoli comuni, dove sono stati censiti 4.798 ulivi che superano i 3,5 metri di circonferenza del tronco (1 metro di diametro) misurati a 130 cm dal suolo. Un territorio molto simile a quello della piana degli ulivi monumentali presente nei comuni di Carovigno, Ostuni, Fasano e Monopoli. Le redazioni spagnole riferiscono nei loro comunicati che nella Taula del Senia vi è la maggior concentrazione di ulivi monumentali del mondo. Ciò non è vero in quanto, dal portale ufficiale della Regione Puglia, risulta che il numero di ulivi monumentali censiti dalla Regione nella piana degli ulivi (comune di Carovigno, Ostuni, Fasano e Monopoli), ai sensi della legge regionale n.14 del 2007, è di ben 255.477 ulivi che presentano le caratteristiche della monumentalità. C’è da dire, inoltre, che numerose zone della piana non sono state censite, per cui il numero reale è maggiore. Chiunque abbia avuto occasione di viaggiare nei vari paesi del Mediterraneo dove l’ulivo è presente si sarà certamente reso conto che il paesaggio della piana degli ulivi monumentali della Puglia è unico in tutto il Mediterraneo e, ovviamente, nel mondo. Non troverete in nessun’altra parte del mondo una concentrazione così alta di ulivi monumentali e, soprattutto, di ulivi eccezionalmente grandi come quelli presenti tra Carovigno e Monopoli. Da ciò scaturisce la necessità di proteggere ad ogni costo questo paesaggio prezioso e unico, anche dall’attuale legge sulla gestione del batterio Xylella, che considera gli ulivi monumentali della piana, anche quelli dalle dimensioni maestosamente grandi (10 metri di circonferenza a petto d’uomo), allo stesso modo degli ulivi giovani. Anche per loro attualmente, nel momento in cui questo articolo viene scritto, è previsto l’abbattimento in caso di positività al batterio Xylella fastidiosa. Una realtà che deve assolutamente far riflettere.
Tornando alla datazione degli ulivi, uno degli studi più approfonditi sulla datazione degli ulivi monumentali proviene dall’Università Politecnica di Madrid che ha ideato un nuovo metodo, a quanto pare molto preciso, per determinare l’esatta età degli ulivi millenari. Utilizzando questa tecnica sugli ulivi più grandi della zona si è scoperto che il più antico ha 1.705 anni e, pertanto, è stato piantato nel 314 d.C. durante il mandato dell’imperatore Costantino I (306-337 d.C.).
La datazione degli ulivi con questa nuova metodologia si basa sulla misurazione del perimetro esatto, con tutte le rugosità dell’albero, mediante l’utilizzo di strumentazione laser, per questa ragione il lavoro di misurazione viene effettuato durante le ore notturne. Una volta ottenuti i dati del raggio massimo, medio e minimo ad un’altezza di 50 cm dal suolo, e una rappresentazione tridimensionale computerizzata dell’ulivo, questi vengono interpolati con una formula aritmetica basata sul tasso di accrescimento del legno di ulivo. Questa formula è stata ottenuta dopo una serie di studi dell’Università di Madrid, su oltre 300 ulivi monumentali di età nota da documenti storici. Una metodologia che vale per gli ulivi presenti nel territorio del Senia, per quel clima e per quel tipo di terreno, condizioni molto simili a quelle della piana degli ulivi monumentali pugliesi. Sulla base dei risultati di questo studio si può affermare, senza sbagliare troppo, che ulivi a corpo unico la cui circonferenza a 130 cm dal suolo supera i 5 metri possono essere considerati millenari. Mentre ulivi, come tanti da me censiti, che superano gli 8 metri di circonferenza a petto d’uomo possono avere una età che varia da 1.500 a 1.700 anni approssimativamente. Tra gli ulivi da me censiti ne figurano alcuni che superano i 10 metri di circonferenza. In questo caso parliamo di esemplari la cui età potrebbe superare, anche di molto, i 2.000 anni (tra 2.000 e 2.800 anni). Con questi dati si vuole fare un po’ di chiarezza sulla datazione degli ulivi e sulle errate informazioni che circolano sul web o che vengono divulgate per un ritorno di immagine. Non esiste attualmente nessuna certificazione sull’età di un olivo e l’unico metodo efficace ed accurato è, al momento, quello dell’Università di Madrid, poiché l’analisi al Carbonio 14 del legno interno all’albero non consente di avere datazioni superiori ai 320 anni.
Enzo Suma
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