Dal 30 settembre 2015 è stato ufficializzato il piano degli interventi conosciuto come piano Silletti bis per fronteggiare l’espandersi in Puglia del complesso del disseccamento rapido (CoDiRO) che sta portando un numero maggiore di ulivi verso il disseccamento della chioma.
Secondo il piano Silletti bis nella provincia di Brindisi, al contrario di quella di Lecce, oltre agli alberi infetti si è deciso di tagliare anche tutti quegli alberi sani che si trovano nel raggio di 100 metri dalla pianta infetta. Questa decisione fa si che su 8 ulivi infetti presenti nella provincia di Brindisi se ne dovranno tagliare ben 2032.
Come fanno a sapere che tagliando gli ulivi (sani) che si trovano nel raggio di 100 metri da quella infetta si elimina la possibilità di contagio? E se non dovesse servire? Ci sono ricerche scientifiche a supporto di tale manovra? Anche perché poi indietro non si può tornare e nessuno ci ridarà quegli alberi tagliati. Perdono i pugliesi perché una parte di storia e una parte del nostro caratteristico e apprezzato paesaggio viene fatta fuori a forza di motoseghe e perdono gli agricoltori perché non ci saranno nemmeno dei risarcimenti dell’enorme danno economico ma un misero rimborso spese per il taglio che si aggira dai 98€ ad albero in oliveti con densità che supera le 200 unità per ettaro fino ad un massimo di 150€ ad ulivo in oliveti con densità fino a 100 unità per ettaro.
Dei ben 13 milioni di euro previsti dal piano Silletti bis solo 515 mila euro saranno destinati ai contributi finanziari per le estirpazioni delle piante infette determinando un chiaro squilibrio nella distribuzione delle risorse economiche.
I primi interventi urgenti da attuarsi entro il mese di dicembre riguardano la provincia di Brindisi in una fascia larga 40 km per evitare il possibile contagio della parte più a nord della Puglia. Le pratiche previste riguardano i tagli degli alberi entro un raggio di 100 metri dalle piante infette. La condanna a morte degli ulivi verrà eseguita attraverso estirpazione, sramatura, trinciatura della chioma e distribuzione sul terreno, bruciatura della ramaglia e distribuzione delle ceneri sul posto o in luoghi vicini. Successivamente il piano prevede il campionamento ed esame a carico della Regione degli ulivi presenti sempre nel raggio di 100 metri da piante infette. Non si capisce se il campionamento verrà effettuato sulle piante già tagliate… perché? Successivamente il piano prevede il trattamento, sempre nel raggio dei 100 metri, mediante insetticidi per eliminare la cosiddetta sputacchina, l’insetto che si presume sia il vettore del batterio Xylella.
Come hanno effettuato sino ad ora i prelievi? Sono stati scrupolosi nell’ottenere campioni attendibili? Sono stati scrupolosi nell’utilizzare sempre materiale disinfettato per evitare possibili contaminazioni? Gli ulivi che presentano la sintomatologia del disseccamento risultano tutti infetti dal batterio Xylella? Nel caso non fosse così perché il piano Silletti continua a puntare l’accento sul batterio quando in realtà le cause potrebbero essere altre? Si possono condannare a morte gli ulivi (di cui molti secolari) senza avere bene chiara la situazione dal punto di vista scientifico?
Dopo che avranno estirpato gli ulivi che cosa ne sarà di quei campi?
Agli oltre 3mila ulivi da tagliare potrebbero aggiungersene, sempre secondo il piano Silletti bis, altre 1609 piante in zona cuscinetto presente al confine tra la provincia di Brindisi e Lecce. Potrebbero aggiungersi ancora altri ulivi all’elenco dei condannati a morte?
A queste e a tante altre domande gran parte dei pugliesi pretende una risposta chiara prima che sia troppo tardi.